Arriva la Befana della Polizia di Stato Per i Piccoli Ricoverati Al Policlinico Gemelli
Quando arriva l’Epifania, tutte le feste si porta via’ recita un vecchio e rassicurante adagio. Ma prima di archiviare queste festività un po’ particolari, per i bimbi ricoverati nei reparti di pediatria della Fondazione Policlinico Gemelli c’è in serbo una bella sorpresa: quella della ‘Befana’ della Polizia di Stato.
Un momento di gioia e di leggerezza, che sottolinea ancora una volta la grande sensibilità e generosità della Polizia nei confronti dei piccoli pazienti della Fondazione Policlinico Gemelli, in particolare per quelli che hanno trascorso le festività natalizie in una stanza di ospedale. A ritirare per loro i doni della ‘Befana’, rappresentata per l’occasione dai poliziotti della Questura di Roma e della Polizia Postale, sono stati il professor Stefano Mastrangelo (UOSD di Oncologia Pediatrica della Fondazione Policlinico Gemelli), la dottoressa Antonella Guido (psicologa di oncologia Pediatrica) e la Caposala Maria Gallotti.
“Eventi come questi – sottolinea la dottoressa Antonella Guido – si inseriscono nei progetti che promuoviamo presso il Reparto di Oncologia Pediatrica, tutti legati e incentrati sul miglioramento della qualità di vita dei bambini durante il ricovero.
Queste iniziative portano elementi di normalità, sollievo e gioco durante il loro percorso terapeutico”.
“È una ‘Befana’ particolare quella di quest’anno – ha ricordato il professor Stefano Mastrangelo, UOSD Oncologia Pediatrica, Fondazione Policlinico Gemelli – perché i nostri piccoli non potranno incontrare direttamente la cara vecchina, per motivi di sicurezza; saremo dunque noi a consegnare loro i doni portati dalla Polizia. Da parte di tutti noi e della Fondazione Policlinico Gemelli, i più sentiti ringraziamenti alla Polizia di Stato per questi doni e per i sorrisi che regalano ai nostri bambini. In questa occasione vogliamo ribadire ancora una volta l’importanza di vaccinare contro il Covid-19 tutti i bambini, perché questo consente di proteggere anche i più fragili tra loro, come i piccoli dell’oncologia pediatrica, che per fortuna non vivono sempre da ricoverati, ma vanno anche a casa e frequentano la scuola. Per loro, che non sempre possono accedere alla vaccinazione, questa infezione potrebbe avere delle conseguenze molto importanti.
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